Matilde Maresca

Exeter, 8th November 2017
Mamma mia, sono già trascorsi 4 giorni da quando sono arrivata e non ho ancora scritto il diario. Procediamo con ordine.
Sono arrivata domenica 5, viaggiando in aereo sino a Londra, e poi in pullman attraverso il countryside del Devon. Alla bus station è venuto a prendermi Paul, mentre Ara ci attendeva a casa. Ora sono loro mia famiglia inglese, con cui chiacchiero molto, di tutti gli argomenti, in modo particolare durante i pasti, breakfast e dinner.
Lunedì mattina Paul mi ha accompagnato a scuola, che dista 10 minuti a piedi da casa. Camminiamo lungo il fiume e i cigni ci danno il buongiorno.
Alle 9 in punto varco la mitica red door, simbolo dell’IPC. Ad accogliermi Susy, i miei nuovi compagni di scuola e Esther, la nostra insegnante prevalente.
Fino ad ora sono solo 3 i giorni di lezione, eppure il quadernone sta già scoppiando. Sono corsa in cartoleria ad acquistare la colla, perché Esther ci riempie di materiale. Non si tratta solo di quelle che noi chiameremmo dispense, ma sono piccoli strumenti che aiutano l’apprendimento. E questo mi colpisce molto favorevolmente. Ho già deciso che quando tornerò cercherò sempre di portare ‘qualcosa’ di concreto da tagliare, incollare, spostare, scambiare con i proprio compagni. Penso ad esempio che potrei ‘fare a pezzi’ un canto della Divina Commedia, preparare la parafrasi e l’analisi (anche con delle domande) e chiedere ai ragazzi di abbinare correttamente parafrasi/analisi ai versi. In latino, invecem potrei lavorare con cartoncini di diversi colori per gli ambiti lessicali -familia, bellum, religio. Prima, però, vorrei fare una cosa. Proprio stamattina ci siamo soffermati sui diversi stili di insegnamento e di apprendimento. Abbiamo risposto ad un questionario, molto dettagliato che ha avuto il merito immediato di renderci consapevoli di qualcosa che diamo per scontato. Non solo abbiamo noi insegnanti diversi stili di insegnamento, ma che questi forse sono strettamente collegati ai nostri stili di apprendimento. Lo stesso vale per i nostri studenti. Chi apprende più velocemente con la visualizzazione di parole e/o immagini, chi attraverso il movimento (molto, molto trascurato nelle nostre lezioni), chi attraverso l’ascolto, chi è più analitico, chi più sintetico. Per questo è importante che la nostra didattica sia la più varia possibile. Queste riflessioni mi accompagnano stasera, prima di spegnere la luce. Do un’occhiata veloce alla rete e trovo un questionario, molto simile a quello a cui abbiamo risposto in classe stamattina.
Al mio ritorno mi piacerebbe darlo ai miei studenti.
http://www.itisff.it/z_main/formazione/6_novembre/questionario_Stili_Apprendimento.pdf
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Exeter, 17th November 2017
Oggi è l’ultimo giorno, domani torno a Bologna. Abbiamo avuto il pomeriggio libero per le ultime compere e preparare la valigia, ma io preferisco impiegare questo scampolo di tempo per una gita fuori porta. Prendo il treno diretta a Plymouth. Solo il viaggio è un’esperienza da togliere il fiato. Il treno costeggia il mare quasi per tutta la durata del percorso. Arrivata a Plymouth, mi dirigo verso il porto attraversando il pittoresco Barbican, l’antico quartiere medievale: non vedo l’ora di vedere i mitici steps. Mi fermo a lungo a contemplarli, affacciata al balconcino-memoriale che ricorda una prua.
E improvvisamente mi appare una parola, un filo rosso che collega le escursioni per me più emozionanti -Topsham con il suo estuario (8th nov), le scogliere della Valley of Rocks (15th nov) e oggi i gradini della Mayflower: orlo, limite, fine che è anche inizio.
A Topsham nessuno sa dove finisca la terra, dove inizi il mare, dove finisca il fiume. Affacciati dalle scogliere della Valley of Rocks il cielo e il mare si impastano di grigio azzurro. A Plymouth i gradini calpestati dai padri pellegrini segnano l’inizio del nuovo mondo generato dal vecchio continente.
Gli orli mi piacciono, perché la fine di qualcosa porta con sé l’inizio di un’altra.
Magari è proprio quello che mi capiterà domani.
Thanks, Exeter!
Topsham