Storia
Il Liceo Scientifico Augusto Righi di Bologna, il più antico Liceo Scientifico della città, istituito nel 1923, occupa l'attuale sede centrale di Viale Pepoli 3 dal 1940.
Nel corso della sua esistenza ha originato altri cinque licei, successivamente resi autonomi, rispettivamente il Fermi e le sedi di Porretta e di Casalecchio di Reno, S. Giovanni in Persiceto, Imola.
Il Liceo usufruisce di una sede secondaria nell'edificio Ex Istituto Artistico, situato in via Tolmino, 7.
Il Dirigente Scolastico dell'Istituto è il Prof Mauro Borsarini e la Direttrice dei Servizi Generali Amministrativi è la Sig.ra Stefania Negrelli.
CHI ERAVAMO
Storia del liceo Righi
Notizie estratte dal testo della prof.ssa Anna Cocci Grifoni : "Tra storia e progetto" Bologna 1994
I primi anni
La storia del Liceo Righi inizia con la richiesta , inoltrata dal Provveditore agli studi di Bologna , dott Murari del 18 luglio 1923 nella quale, annunciando l'avvento della riforma Gentile avverte le autorità provinciali della fondazione del nuovo Liceo Scientifico. Nel decreto si legge: " Bologna, che per nobilissime tradizioni e con generosità di pensiero e di mezzi seppe in ogni tempo assicurare un posto di prim'ordine ai suoi istituti di istruzione può e deve degnamente aspirare alla istruzione del nuovo tipo di scuola".
Successivamente nel settembre 1923 viene firmato il R.D. di convalida e quello nel quale viene accolta la proposta di dedicare il nuovo Liceo ad Augusto Righi.
Il liceo viene collocato nei locali di Piazza Galileo, adiacente all'istituto Pier Crescenzi.
Le richieste di iscrizione sono numerose ma vengono inizialmente concesse solo due sezioni, una di lingua francese ed una di lingua tedesca. Viene nominato il primo preside: prof. Leonardo Leone che inizialmente, non avendo l'esonero dall'insegnamento continuerà a ricoprire la cattedra di matematica e fisica.
Il primo problema fu quello di adeguare la struttura alle nuove esigenze, questo comportò una considerevole spesa da parte dell'amministrazione provinciale.
Al termine del primo anno il Righi fu sede di esami di maturità per tutta la regione, conseguirono la maturità 14 studenti e 6 studentesse su 25 candidati complessivi. Il miglior risultato fu raggiunto da Pietro Pulga con 70/80. ( A quei tempi era praticamente impossibile raggiungere il massimo punteggio).
Da Gentile a Bottai
Dalla metà degli anni venti a causa del Regime fascista avvennero grandi mutamenti nella vita politica e sociale italiana e naturalmente anche nella scuola che assunse un ruolo centrale nel processo di rafforzamento ideologico, il sistema scolastico creato da Gentile non era più in grado di rispondere alle mutate prospettive, la riforma Gentile appariva ora troppo liberale, non si poteva pensare ad una scuola per "alcuni". La scuola doveva, almeno in teoria, aprirsi a tutti confermando la vocazione popolare del fascismo.
Inoltre era emersa l'importanza e la necessità dello sviluppo tecnico e scientifica alla base dei nuovi processi produttivi anche in vista di una ripresa della produzione bellica. La scuola gentiliana con la sua indifferenza verso la formazione tecnica appariva inadeguata.
Nel 36 diventa ministro della P.I. Giuseppe Bottai al quale fu affidato il compito di realizzare un nuovo e più consono progetto scolastico. Bottai nel '39 scrive nella Carta della scuola " Suo fondamento è la volontà di sostituire ad una scuola borghese per principio e per pratica, una scuola popolare che sia veramente di tutti e che risponda veramente alle necessità di tutti, cioè alle necessità dello Stato"
Bottai dà una nuova configurazione al Liceo Scientifico dandogli parità con il Liceo Classico per l'accesso alle facoltà universitarie, e segnalandola come scuola destinata alla nuova classe dirigente a differenza degli istituti destinati ai quadri tecnici e professionali, ciò che fa la differenza è la presenza del latino.
A scuola con il fascismo
Nel corso degli anni trenta il numero delle iscrizioni crebbe al punto che la sede di via Galileo non fu più sufficiente ad accogliere tutte le classi. Vennero allora aggiunta la succursale di palazzo Zabban in via Saragozza all'angolo con via del Riccio, inoltre vengono potenziati di nuovi materiali aggiornati i gabinetti di Fisica e scienze naturali e l'aula di disegno. Anche la biblioteca venne arricchita per interessamento del preside Avogaro nel 1930.
Nel 1935 Iniziarono i corsi di cultura militare e nell'aula nella quale si tenevano le lezioni andò a campeggiare il motto con cui Mussolini aveva ben sintetizzato il destino dei giovani italiani:
"LIBRO E MOSCHETTO" libera traduzione fascista del principio classico "mens sana in corpore sano"
Stessa frase che verrà scritta in grande sul lato nord dell'attuale edificio scolastico di porta Saragozza.
Il preside Brauzzi fece esporre sull'arco dello scalone anche la frase: "CREDERE OBBEDIRE COMBATTERE".
Dall'ottobre 1940 fu disponibile la sede attuale di porta Saragozza sulla quale, apparivano anche le scritte:
"VOI SIETE SOPRATTUTTO L'ESERCITO DI DOMANI",
"VOI SIETE LA SPERANZA DELLA PATRIA"
CHI SIAMO OGGI
In un contesto di continui e profondi cambiamenti che modificano l’intera società ridisegnando il ruolo della formazione, la sfida del Liceo Righi è quella di promuovere un percorso formativo che sappia coniugare i due ambiti del sapere, quello storico-umanistico e quello scientifico, offrendo agli studenti la prospettiva di un sapere che, nella diversità degli statuti disciplinari, è unitario in quanto radicato nella universale domanda di comprensione di sé e del mondo e nella vocazione umana alla ricerca.
Si tratta di ridefinire la formazione liceale e gli obiettivi ad essa adeguati, avendo sempre come riferimento la centralità dello studente, che non è destinatario passivo di contenuti trasmessi ex cathedra ma soggetto attivo di un processo di conoscenza, nel quale l’acquisizione di competenze e strumenti di interrogazione critica della realtà va considerato prioritario e determinante nella definizione dell’identità individuale, collettiva e storica.
Si ritiene essenziale che il Liceo sia luogo in cui la progettualità del futuro avviene attraverso l’acquisizione di un sapere tecnico-scientifico in continuo aggiornamento ma anche attraverso l’incontro con il passato. La memoria critica di ciò che è stato promuove infatti una riflessione capace di costruire il sé riscoprendo il senso della tradizione come radice del cambiamento.
Lo studio delle singole materie deve fornire gli strumenti di metodo che consentano– anche al di fuori degli ambiti strettamente disciplinari - di porre problemi, di individuare o ipotizzare soluzioni, di predisporre strategie: tanto nell’ambito umanistico quanto in quello scientifico l’acquisizione dei contenuti deve pertanto portare lo studente a interrogarsi sugli statuti disciplinari e a sviluppare capacità autonome di riflessione, interpretazione, previsione dei fenomeni, siano essi naturali, storici, culturali, economici, attraverso procedimenti deduttivi e induttivi.