Museo della scienza

Storia del Museo Didattico delle Scienze Naturali

Il Museo Didattico delle Scienze Naturali è stato istituito e inaugurato nel 2003, in occasione dei festeggiamenti per l’ottantesimo anniversario del Liceo Righi. 

Esso conserva preziosissime collezioni di zoologia, botanica, mineralogia e petrografia, raccolte tra gli anni 1920 e 1940 dal professor Roberto Cobau, docente di Scienze Naturali, in forza all’Istituto dal 1929 al 1949. 

La storia della collezione museale è particolarmente affascinante, poiché tutti gli esemplari presenti oggi nel Museo hanno varia provenienza. 

Grazie al ritrovamento delle antiche fatture di acquisto, si ha la prova che molti oggetti sono stati comprati direttamente dalla Scuola su indicazione del prof. Cobau   durante l’epoca fascista, altri invece provengono dalla collezione privata che il professore ha donato alla Scuola, dopo il suo collocamento in pensione. 

La collezione rappresenta una testimonianza di tempi passati e costituisce oggi un tesoro di valore inestimabile. 

Durante il periodo della Seconda Guerra Mondiale, il Liceo Righi divenne quartier generale delle truppe militari e tutto il materiale didattico, all’epoca dislocato nelle classi e nei laboratori dell’Istituto, fu raccolto e conservato nei sotterranei dell’edificio per evitarne danneggiamenti.

Terminato il conflitto, la maggior parte degli oggetti rimase nascosta per molti anni finché, in occasione dei festeggiamenti dell’ottantesimo anniversario del Liceo, si decise di rendere visibile questo immenso patrimonio progettando, proprio nei locali del seminterrato, un Museo dedicato.

Nonostante il clamore che suscitò inizialmente l’allestimento e l’inaugurazione del Museo di Scienze Naturali, di fatto, nel corso dell’ultimo ventennio, gli “studenti righini” hanno usufruito poco di questa preziosa risorsa. 

In occasione del Centesimo Anniversario del Liceo Righi si è deciso di valorizzare tutto questo patrimonio didattico.

Per perseguire questo obiettivo, si è resa necessaria innanzitutto una fase di ripulitura ed inventariazione dei reperti presenti, per poi procedere alla loro classificazione scientifica ed al collocamento secondo una logica filogenetica.

Nel corso dell’anno scolastico 2022-2023, gli alunni delle classi 4B - 4R - 5B nell’ambito del PCTO (Percorsi per le Competenze Trasversali e per l'Orientamento), hanno ripulito, fotografato e inventariato ogni singolo campione presente.

Riprese e montaggio di Martina Mari

ERcole, Cultura, Ambiente e Territorio: Servizio andato in onda su tv locale 7Gold

Il Museo si sviluppa in due locali comunicanti, il primo dedicato al mondo dei viventidove sono esposte le collezioni di botanica e zoologia, il secondo al mondo dei non viventidove si trovano le raccolte di minerali, rocce e fossili, insieme a modelli didattici per lo studio della geologia e alla collezione di gessi bolognesi. 

Il secondo locale, al momento, è ancora in fase di allestimento, pertanto non è accessibile al pubblico. Si auspica che entro la fine dell’anno scolastico 2023-24 anche il secondo locale, dedicato alla geologia, possa essere accessibile agli studenti, in modo da rendere questo Museo una preziosa risorsa didattica per il nostro Liceo.

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Sezione Botanica

La collezione di botanica è costituita principalmente da modelli didattici realizzati con materiali tipici di un’altra epoca: cartapesta, terracotta, legno.

Non mancano anche qui esemplari organici di particolare valore, come campioni di papiro, di licheni, di alghe, una vasta collezione di legni e di semi, di piante medicinali custodite in barattoli ma, soprattutto, sono presenti tre erbari, di cui uno custodito in teca individuale e risalente al XVII secolo. Visto lo stile di raccolta e la calligrafia, esso è stato attribuito alla Scuola Aldrovandiana. 

Sono, inoltre, esposti due microscopi, datati 1933 e 1935, per l’osservazione di preparati istologici.

Della collezione di botanica del Museo fa parte anche un antico erbario in carta pergamena, custodito in teca. Purtroppo non ci sono riferimenti sull’autore, tuttavia, in base alle perizie grafologiche sulle didascalie, alle tecniche di raccolta, alla modalità di conservazione degli esemplari botanici ed alla fattura, tipiche della Scuola Aldrovandiana, si può affermare che la sua composizione risalga all’incirca al XVII secolo.

 

Collezione di modelli botanici Brendel del prof. T. Ferraris

La collezione comprende numerosi modelli didattici prodotti dalla «Antica Manifattura Robert Brendel & figli» fino al 1935.

Si tratta di modelli realizzati in cartapesta e dipinti a mano, con base in legno ed etichetta numerata. Va segnalato che nessun esemplare riporta l’etichetta originale, essendo stati rietichettati dai rivenditori, come spesso accadeva in quel periodo, tuttavia la loro originalità si evince dalla loro fattura, dai materiali e dalle date di acquisto. Solo una parte di essi è in esposizione.

I modelli didattici di Brendel sono modelli botanici realizzati dall«Antica Manifattura Robert Brendel & figli», fondata nel 1866 a Breslavia (Polonia) e trasferitasi successivamente in Germania a Berlino. La fabbrica chiuse le sue attività definitivamente nel 1935, a causa dell’emanazione delle Leggi Razziali.

Si tratta di modelli molto fedeli alla realtà, che riproducono le strutture botaniche nei loro minimi dettagli. Risultano molto utili dal punto di vista didattico poiché:

       sono realizzati con materiale non deperibile,

       sono notevolmente ingranditi rispetto alle dimensioni reali,

       sono componibili e smontabili, consentendo così l’osservazione anche delle parti interne.

Essi furono creati con la collaborazione di abili artigiani e famosi ricercatori dell’epoca, tra cui il prof. Ferdinand Cohn, responsabile scientifico del progetto. I materiali utilizzati per la realizzazione sono principalmente cartapesta e legno, dipinti a tempera e lucidati. Sul territorio nazionale oggi esistono pochissime collezioni simili.

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Collezione di semi

La collezione si compone di numerose tipologie di esemplari, alcune custodite in barattolo, altre in provette. Sono tutti semi naturali che risalgono agli anni ‘30 del XX secolo e, dunque, non modificati geneticamente.

La collezione di semi di piante foraggere si compone di 45 provette ed è collocata in teca separata, mentre la collezione su base di sughero, costituita da 24 esemplari, riporta in calce le specie di appartenenza.

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Collezione di micologia 

La collezione è probabilmente opera di artigiani cecoslovacchi e risale ai primi del Novecento. I modelli furono realizzati con tecnica mista, prevalentemente in legno e terracotta e successivamente dipinti. Tutti gli esemplari hanno un’etichetta cartacea posta sulla base inferiore indicante il nome del fungo. I modelli presentano tutti una base quadrata in legno, ricoperta da muschio essiccato.

 

Micologia

Collezione di 9 modelli didattici di  batteri, con ingrandimento superiore a 30.000 volte, probabilmente prodotti dalla «Antica Manifattura Robert  Brendel & figli», di Breslavia (Polonia),  fondata nel 1866 e chiusa nel 1935 a  causa delle Leggi Razziali.

I modelli, risalenti all’inizio del XX  secolo, sono realizzati in legno su  supporto e riproducono fedelmente la  forma dei principali tipi di batteri

 

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Sezione Zoologia


L’intera collezione animale comprende sia esemplari imbalsamati sia preparati zoologici in soluzione di formaldeide, collocati negli armadi secondo una logica sistematica di tipo evoluzionistico che ricalca le principali tappe filogenetiche fino alla comparsa dell’uomo. Eccone qualche esempio:

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Custoditi in teche individuali, si trovano anche esemplari di particolare bellezza e valore: un coccodrillo appartenente alla specie Crocodilus vulgaris, risalente agli anni ’30, che viene citato nella documentazione storica dell’Istituto come: “Alligatore proveniente dalle Colonie, donato dal Prefetto di Bologna”, un airone (Ardea cinerea cinerea), un’aquila reale (Aquila chrysaetos chrysaetos) ed un macaco (Macacus rhesus erythraeus).

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